Chi sono i cristiani evangelici? La domanda
è legittima. Il nome rischia oggi di essere portatore di equivoci.
Più che contribuire ad informare, rischia di disorientare.
È quindi necessario definire cosa s'intenda con "evangelici".
Essere evangelici
Il termine ”evangelici” non è
stata una scelta voluta, esso ci
è stato affibbiato da altri.
Purtuttavia ci sta bene
se si vuole mantenere la radice del suo significato. Evangelico
proviene dal termine evangelo che significa “buona notizia”, la
buona notizia di Gesù Cristo. In effetti noi crediamo di doverci
riferire al Vangelo ed alla Bibbia
come alla somma autorità
per la nostra fede e condotta.
Essa è assolutamente centrale. L'uomo
saprebbe poco, molto poco su Dio e su se stesso se Dio non avesse
parlato e non si fosse rivelato nella Sua Parola.
Il Dio che emerge dalle pagine della Bibbia non è un Dio
indifferente, immobile e muto ma il Dio che parla. Per questo
la Bibbia è importante, anzi, essenziale per la vita
di chiunque.
La centralità della Parola significa
prima di tutto che la Bibbia è il mezzo particolare attraverso
il quale Dio comunica la sua verità all'uomo. Senza di essa
ci sarebbe molta incertezza, ma per mezzo suo vi può essere
la luce e la certezza.
Poiché Dio ha rivolto all'uomo
il suo messaggio, quest'ultimo
può sperare, essere liberato e salvato.
In questo senso essere evangelici significa
essere coerenti con l'affermazione di Dio come Signore, come Colui
che ha parlato nella sua Parola e che attraverso di essa può
liberare l'uomo da tutte le sue illusioni rivolgendogli una parola
certa per la sua salvezza.
Se la Bibbia è il mezzo attraverso
il quale Dio comunica la sua verità all'uomo, allora ogni
uomo ha la libertà di accostarsi ad essa senza che altri
lo condizionino. Il potere e la chiarezza della Parola di Dio è
tale da non aver bisogno d'altro sostegno che la propria forza.
Lo Spirito Santo è capace di rendere efficace la Scrittura
nel cuore delle persone. Per questo si parla anche di “sacerdozio
universale” dei credenti. Nel senso che ciascun uomo, il più
potente come il più umile, il più ricco come il più
povero sono posti, nel loro rapporto con Dio, su di uno stesso piano.
E se tutti sono liberi d'accostarsi alla Parola di Dio, tutti sono
“sacerdoti”.
Non c'è più bisogno
di mediatori tra Dio e gli uomini.
Tutti sono fratelli.
Le chiese evangeliche non si riuniscono attorno
a degli uomini che pure possono avere dei doni particolari i ma
sono riunite dalla e attorno alla
Parola di Dio.
Essere cristiani
Anche su questo termine ci sono troppi luoghi
comuni. Con il termine “cristiani” si deve però intendere
coloro i quali, come dice la Bibbia seguivano
Gesù Cristo e si erano dati
a Lui (Atti 11,26). In questo senso si deve pensare agli apostoli,
ai discepoli, ai primi convertiti della Pentecoste a quelli di Gerusalemme,
Antiochia, Corinto, ecc. Si pensa a tutti coloro che nel tempo subirono
scherni, flagelli, catene, lapidazioni, martirii, poiché
“di loro il mondo non era degno”. Si pensa agli innumerevoli roghi
accesi e a tutti coloro che ancora oggi soffrono a causa del nome
che portano, quello di “cristiani”
Oggi, sopprattutto nel nostro mondo, non
è sempre così. Ci si può chiedere però
cosa potevano credere per giungere fino a quelle estreme conseguenze
con la certezza di non essere degli illusi. Noi cristiani crediamo
che quell’oscuro falegname della Galilea, Gesù di Nazaret,
sia il solo Signore.
Siamo fermamente convinti dalla Parola
di Dio, che al di fuori di lui non sia possibile essere salvati
“perchè non v'è sotto
il cielo alcun altro nome per il quale si abbia ad essere salvati”
(Atti 4,12). Gesù è per noi il solo Mediatore
tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2,5), perciò non c'è
bisogno di alcun altro che faccia il ponte tra Dio e gli uomini.
Dio sta al di sopra di tutti e di tutto e a Lui solo deve andare
la gloria.
Forse ci si può chiedere perchè
si ritiene di aver bisogno d'un Salvatore. Senz’ altro perché
riconosciamo la nostra totale incapacità nel realizzare
il bene secondo Dio. Dinanzi al Dio santo della Bibbia ciò
che 1'uomo può realizzare di meglio, non e altro che un panno
sporco. Ciò che la Bibbia chiama peccato non è
una generica tendenza o determinazione casuale, non è solo
lo stato di penosa incertezza, esso è iniquità e perversione
del cuore. Qualcosa che attinge alla più intima essenza del
nostro essere e dinanzi alla santità di Dio tutto è
immondo.
Per
scalzare questa perversione non è in alcun modo possibile
affidarsi a pratiche religiose (digiuni, pellegrinaggi, sofferenze
o altro). Questo è ciò che propongono tutte le
diverse religioni. Questa è la nevrosi della salvezza
che cresce sul terreno delle illusioni
umane.
Tutti i sistemi umani dicono: “Tu devi
fare”. Tutti impongono all'uomo certe richieste che in definitiva
egli non può realizzare. Cristo è invece venuto
ad annunciare qualcosa d'assolutamente diverso, un'autentica buona
notizia. “Tu non devi fare nulla, io ho compiuto tutto; tu non
devi salvarti, io ti ho salvato;
tu non devi giungere ad un certo livello di giustizia, io sono la
tua giustizia; tu non devi espiare i tuoi peccati, io
li ho espiati”.
Tutto è compiuto
Come può essere realmente vissuta
una tale prospettiva? Solo per fede!
Fede come riconoscimento e accettazione dell'opera della grazia
che dice: “Tutto è compiuto!”
(Giovanni 19,30). Sotto il cupo cielo della condizione umana Dio
lascia trapelare la luce della speranza. “Venite
a me voi tutti che siete travag1iati ed aggravati io vi darò
riposo” (Matteo 11,28). “Io
sono 1a luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle
tenebre ma avrà la luce della vita” (Giovanni
8,12).
Qui non si tratta di migliorare ma di cambiare
radicalmente, non si tratta d’aggiornarsi, ma di convertirsi.
Senza Dio anche il progresso non è che decadenza! Poiché
ogni miglioramento ci pone nuovamente in presenza della nostra derisoria
insufficienza e della nostra minacciosa finitudine.
Alle persone sconvolte dalle esigenze assolute
di Dio l'Evangelo di Cristo annuncia un perdono
totale e quindi la pace.
La sua opera è completa ed
irripetibile, la sua luce sufficientemente
luminosa per far impallidire tutto ciò che è umano
e smascherare le meschine illusioni della nostra poverta.
La grazia è ciò che non
si merita! Forse tanti la stanno
cercando da tanto tempo senza rendersi conto che è un dono
libero e sovrano di Dio che ama e chiama per nome. Poiché
non è un diritto, né qualcosa d'obbligato,
essa può essere accolta solo per fede, ma anche con la riconoscenza
più completa. “Chi crede
nel Figliuolo ha la vita eterna”.
La salvezza è un dono di
Dio che vale per l'eternità.
E quando la si è conosciuta la si può confessare davanti
agli uomini per la gloria di Dio.
p.b.
LA LORO ORIGINE
Gli evangelici non sono un nuovo movimento,
ma affondano le loro radici nella storia più antica. Qualcuno
penserà che si tratta di “protestanti”, questa è però
una di quelle etichette facili, ma anche equivoche. Pochi sanno
forse a che cosa alludesse quando fu utilizzato per la prima volta.
Il termine deve la sua origine alla dichiarazione che 14 città
e 5 stati regionali fecero a Spira il 19 aprile 1529 dinanzi al
Parlamento imperiale tedesco: “Dichiariamo solennemente dinanzi
a Dio nostro unico creatore, redentore, salvatore, il quale un giorno
ci chiamerà in giudizio e davanti a tutti gli uomini, che
non siamo in alcun modo disposti ad accettare un'imposizione contraria
a Dio, alla Sua Parola, alla nostra coscienza e alla salvezza delle
anime nostre”. Chi non dovrebbe sottoscrivere una tale
dichiarazione? Ora poichè “dichiarare solennemente” si diceva
“protestari”, questo epiteto servì a definire quelli della
protesta, quelli che volevano porre a fondamento
della loro salvezza solo la Parala
di Dio.
Ma la riforma del XVI secolo non fu un fatto
senza precedenti. Si pensi a Valdo, Wiclif, Huss... Agostino. C'è
una continuità di pensiero, spesso volutamente ignorata
dalla storiografia ufficiale, che lega tutti questi diversi movimenti.
Essi esprimono il desiderio di un
ritorno all'Evangelo, alla sua
purezza e alla sua sufficienza. Gli evangelici sono gli eredi di
questa volontà.
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