Disinformazione e pregiudizi
Il comune atteggiamento degli italiani
sulle radici storiche e sull'identità degli evangelici
sembra essere caratterizzato da
una complessiva ignoranza in materia.
Questa situazione viene determinata da una continua e cosciente
disinformazione che, mantenendo vivi antichi pregiudizi, finisce
per dare un'immagine deformata del movimento evangelico. Così
gli evangelici vengono accomunati a tutti quei movimenti religiosi
e settari del mondo contemporaneo: dai testimoni di Geova, ai
Mormoni, ai Bambini di Dio fino ad arrivare a quei fenomeni di
cieco settarismo che trovano fin troppo spazio sui massmedia del
nostro paese.
Basterebbe conoscere un poco la solida
struttura biblica degli evangelici, così estranea ad avventure
irrazionali e spiritualistiche, per capire quanto questi fenomeni
siano inconciliabili con la storia e con i principi che li caratterizzano.
Ma di tutto questo si parla poco e male.
Altro frutto della disinformazione continua
ad essere l'accusa di aver infranto l'unità del cristianesimo.
Quasi nessuno sembra capire che i riformatori protestarono
contro il degrado della Chiesa
di Roma non per distruggerla, ma per riformarla
e riportarla ai principi originali dell'Evangelo. Pochi realizzano
l'utilità e la provvidenza di una protesta che ha costretto
il Cattolicesimo Romano a rimettersi in discussione e trarre conseguenze
riformatrici almeno sul piano dei costumi se non proprio su quello
della dottrina.
Se divisione ci fu, essa venne determinata
in gran parte dall'intransigente posizione cattolica che impedì,
attraverso la dirompente azione restauratrice del Concilio di
Trento, un qualsiasi dialogo in vista di una possibile riconciliazione.
Un altro classico esempio di pregiudizio
è rappresentato dalla famosa frase: "gli
evangelici non credono alla madonna".
Non si capisce bene cosa veramente si voglia asserire con questa
affermazione. Tuttavia, per fare un po' di chiarezza, sarà
utile sottolineare che gli evangelici accettano incondizionatamente
tutto ciò che la Scrittura dice di Maria a partire dalla
concezione miracolosa di Cristo e dalla sua nascita verginale,
ma che evitano altresì accuratamente di prestare fede a
tutte le leggende ed i dogmi che si sono aggiunti nel tempo. Questi
hanno deformato completamente la bella figura di Maria così
sobriamente descritta nelle pagine dei Vangeli.
L'identità degli evangelici è
così continuamente distorta e squalificata costringendoci
spesso a quotidiane "battaglie" tese a ristabilire l'esattezza
dei fatti. Battaglie che per noi restano in ogni caso "secondarie"
e collegate comunque all'imperativo fondamentale della nostra
fede e della nostra identita: annunciare
il Vangelo, affinché, in onore di Gesù ognuno pieghi
le ginocchia e proclami che Gesù Cristo è il Signore"
(Filippesi 2,10-11).
g.c.
Delle
divergenze con Roma
Si potrebbe pensare che le divergenze con
la chiesa di Roma siano questioni di preferenze personali o di
natura culturale. Qualcuno potrebbe pensare che gli evangelici
scelgano l'apostolo Paolo al posto di Pietro per una semplice
questione di preferenza.
Il fatto che i cattolici si trovino tra
i popoli latini mentre i protestanti tra quelli anglosassoni potrebbe
essere un fatto prettamente culturale che dipende solo dal luogo
di nascita. Infatti, oggi più che mai, viene espressa da
più parti una forte volontà di superare ciò
che si ritiene retrogado, epidermico e fameticante: il susseguirsi
di incontri-dialogo a livello formale ed informale, tutti con
un intento dichiaratamente ecumenico non e indicativo di una tendenza
progressista ed illuminata?
Al di là di un'apparente divergenza
superficiale c'è, di fatto, un elemento ben più
radicale che è stato colto bene dallo storico Rosario Villari
quando valutò come la riforma nascesse con Lutero e non
con voci di opposizione polemiche come quella di Savonarola. Egli
scrisse che “Lutero non si era limitato a riprendere i vecchi
motivi della critica contro gli abusi ecclesiastici, ma dal terreno
moralistico aveva decisamente spostato la polemica su quello della
dottrina, dei principi” (Storia moderna Laterza).
La Chiesa Cattolica Romana avrebbe potuto
facilmente assorbire le polemiche di quel frate tedesco se questi
non avesse fondato la sua radicla opposizione sul "Sola Scriptura".
Lutero insistette che in tutto e per tutto la
Scrittura dovesse avere la precedenza e che perfino i Concili
e le decretali papali fossero subordinate ad essa.
È questo principio della supremazia
della Scrittura che dai tempi dei primi riformatori fino ad oggi
costituisce l'elemento divergente di fondo tra cattolici ed evangelici.
Quando un teologo cattolico di alto rango
si muove troppo verso una proposta più biblica per ciò
che riguarda la dottrina, in modo che il ruolo di mediazione della
chiesa romana sia minacciato, si sentirà replicare:
"Ai soli vescovi e ai preti è riservata
la podestà di rinnovare nel mistero eucaristico ciò
che Cristo ha fatto nell'ultima cena. Con il solo fatto di prospettare
eccezioni a queste dottrine si intacca 1'intera struttura apostolica
della Chiesa". (La Repubblica, 11/1/1985, riportando le parole
del dicastero di Ratzinger, che si appoggiava al Lateranense IV).
Più ancora che sulla dottrina della
transustansazione della messa, dell'immacolata concezione, della
preghiera ai santi, ecc., la vera divergenza è sulla mediazione
della grazia. Mentre per il cattolico la
grazia è mediata da diverse
cose, per l'evangelico essa è solo
per fede in Cristo.
Essa può essere fondata sulla sola
sicurezza che offre la Parola di Dio: "Poiché v'è
un solo Dio ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Cristo
Gesù uomo, il quale diede se stesso quale prezzo di riscatto
per tutti" (1 Timoteo 2,5).
p.f.
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